Sulle orme del Biologico

Sulle orme del Biologico

Qualche settimana fa sono finalmente riuscita a mettere le mani su un DVD che volevo vedere da tempo: Senza trucco – Le donne del vino naturale. Trattasi di un interessantissimo documentario che ci trasporta per qualche magico attimo nella vita di quattro produttrici di vino; affascinanti, intelligenti, forti e coraggiose. Durante il documentario andiamo dalla Sicilia al Trentino, accompagnati dalle quattro stagioni, scoprendo realtà lontane e pregne di un fascino antico. Impossibile non innamorarsi perdutamente delle protagoniste: Nicoletta Bocca, Dora Forsoni, Elisabetta Foradori ed Arianna Occhipinti, che nella loro ammaliante spontaneità risultano talmente coinvolgenti che (almeno nel mio caso) è stato impossibile non andare immediatamente a comprare alcuni dei loro vini.

Vedendo Elisabetta Foradori romanticamente alle prese con enormi anfore, non ho potuto resistere e sono scappata in enoteca a comprare il suo Fontanasanta Nosiola (Nosiola 100%).Vitigno per me sconosciuto, dalla stessa Elisabetta ho imparato che il Nosiola è un vitigno autoctono delle colline argillose e calcaree di Trento, non di semplice coltivazione, che riesce a dare tutto se stesso in terreni poveri. Nel caso dell’azienda Foradori questo vitigno, oltre a ricevere solo trattamenti biodinamici, permane in anfore di argilla da 420 l. per 8 mesi. Inutile dire che il risultato finale è eccezionale.

L’unico altro vino lasciato macerare in anfore che mi è capitato di assaggiare è stato il Ribolla Anfora di Gravner, quindi se avete presente quanto è estremo capirete che partivo leggermente diffidente. Lasciate che vi rassicuri, nel caso del vino di Elisabetta siamo in un altro mondo, inutile fare un confronto. Appena entra nel bicchiere il Fontanasanta ha un colore dorato di una luminosità estremamente invitante. Il naso di questa Nosiola spiega meglio delle parole perché la Nosiola di Foradori è semplicemente unica; lavanda, mandorle, agrumi, argilla, il profumo invitante di un forno la mattina presto, una cesta di albicocche mature appena colte. Tutti straordinari profumi che si susseguono anche a bicchiere vuoto. In bocca è ampio, fresco, caldo. Un fremito minerale ne amplifica la persistenza. Impossibile non finire la bottiglia senza accorgersene; non è forse una bottiglia vuota a decretare la bontà di un vino?

Raggiunge una completezza divina se abbinato a dei crostacei, io personalmente ho scelto uno spaghetto al granchio. Concludo consigliando veramente con il cuore di assaggiare questo vino perché renderà speciale il momento in cui lo aprirete, creando nella vostra memoria un ricordo inestinguibile.

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