Sport Your Food. Quando l’arte in cucina si mette in mostra

Sport Your Food. Quando l’arte in cucina si mette in mostra

Arte e gastronomia si incontrano a Milano. Da un’idea di Paolo Marchi, chef e artisti riuniti in un’unica performance per un omaggio alle Olimpiadi 2012 e a una sana alimentazione antidoping

Se cucinare è un’arte, allora la cucina va messa in mostra. Nasce così l’esposizione “Sport Your Food”, realizzata a Milano dal giornalista enogastronomico Paolo Marchi, ideatore di una delle manifestazioni culinarie più prestigiose in Italia, Identità Golose, e dalla scrittrice e autrice televisiva Rossella Canevari. L’arte dell’estetica del piatto, il piacere di gustare, con gli occhi prima di tutto, un piatto realizzato con la cura dei minimi dettagli insieme alla performance di un artista affermato: questi gli ingredienti della mostra. Cinque chef accompagnati da un artista scelto da loro hanno realizzato una videoricetta che unisce estro culinario ed estetico.. Il video viene proiettato insieme agli ologrammi degli chef e degli artisti che spiegano la loro performance. Tra gli chef prescelti ci sono nomi come Massimo Bottura, Cristina Bowerman, Lorenzo Cogo, il portoghese Nuno Mendes, e il coreano Hooni Kim. Al loro fianco artisti affermati come il fotografo e scultore newyorkese Gregg LeFevre, il pittore siciliano Fulvio di Piazza, l’artista e fotografo Silvio Giordano, la fotografa scozzese di origine cinese Gayle Chon Kwan e il pittore giapponese Shigeru Oyatani.

Cristina BowermanPerfomance ispirate alle discipline olimpiche, omaggio a Londra 2012, dove la mostra approderà dopo esser passata anche da New York. Cristina Bowerman che si è ispirata alla disciplina del disco, ha realizzato la sua composizione culinaria artistica insieme al pittore Fulvio Di Piazza. Il suo piatto è composto da un impasto di pizza e lievito madre macchiato con il nero di seppia, una sorta di pita ripiena con una mousse di pomodori secchi, e un controfiletto di maiale sardo croccante adagiato su un prato di verdure coltivato direttamente dalla chef, che forma un letto da condire e mangiare.«La ragione per cui ho scelto questa disciplina è che il lancio del disco è uno dei più antichi giochi olimpici, e volevo interpretare uno sport completamente slegato dal concetto di violenza, quindi uno sport che non coinvolgesse l’uso della forza fisica verso qualcun altro. E poi, volevo semplicemente mettere in mostra la potenza dell’uomo. Da lì è nata l’idea di sviluppare il concetto di incontro e scontro con la natura. L’idea si prestava anche bene ad un’interpretazione non letterale dello sport nell’ambito del mio piatto». Il giovane e già affermato Lorenzo Cogo per realizzare il suo piatto si è avvalso della collaborazione di un alimentarista e fisico molecolare come Davide Cassi. Il suo “raviolo dell’atleta” rappresenta infatti un’aperta sfida al doping, un piatto realizzato con la giusta attenzione al valore nutrizionale ed energetico che un pasto per atleti deve richiedere. Ma quando pensiamo alla dieta di uno sportivo, istintivamente leghiamo quell’idea a un concetto di alimentazione spesso quasi priva di gusto, assolutamente priva di grassi, o zuccheri, sali e condimenti ipercalorici, quelli che di solito però rendono il piatto più appetitoso.La Bowerman, studiosa di cucina molecolare, sostiene invece che «concentrare i sapori si può. Ci sono tantissimi atleti e calciatori che dichiarano di non fare assolutamente uso di cibi cosiddetti “sintetici” in un’accezione impropria, ovvero di cibi con contenuti essenziali, che danno un valore energetico e fungono anche da integratori».

La mostra sarà esposta a Milano presso il Museo della Scienza della Tecnica fino al 20 Maggio, per poi prendere il volo verso la Grande Mela. Dieci opere in tutto, realizzate con una tecnologia che ha sorpreso perfino gli stessi chef che hanno partecipato.

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