Ristorante Il Fico, quello vero: Massimo Baroni e Fabrizio Ferraioli creano un locale per tutti quei romani alla ricerca di piatti tipici, conditi con la freschezza dell’innovazione.
Lo chef Massimo Baroni, classe 74′, è nato e vive a Roma. La passione per la cucina se l’è ritrovata, se così si può dire, nel dna, ed è cresciuta insieme a lui bazzicando il famoso bar romano Antonini, gestito storicamente dalla sua famiglia.
Crescendo sono tante le esperienze che ha intrapreso, lavorando in svariati ristoranti, viaggiando e partecipando a stage e corsi di ogni tipo. Tutto ciò l’ha condotto non solo a diventare docente di cucina al Gambero Rosso, ma anche ad aprire, insieme ad un’amico, il ristorante “Benito al Ghetto“, frequentato e osannato da chiunque abbia avuto la fortuna di mettere i propri piedi sotto i tavoli della bella osteria.
Ma Massimo Baroni non si ferma mai, ed una volta terminata l’interessante avventura di “Benito al Ghetto”, ha deciso di misurarsi in un’altra sfida con l’amico Fabrizio Ferraioli, esperto nel settore della ristorazione. Insieme i due hanno coraggiosamente deciso di rilevare un ristorante storico, dal taglio turistico, per trasformarlo in un’osteria gourmet dalla cucina tipica romana, leggermente rivisitata.
Obiettivo? Creare un luogo capace di diventare un punto di riferimento per tutti quei romani alla ricerca della vera cucina romana, rispettata e curata come vuole la tradizione, ma con qualche cosa di nuovo. Dove avviene tutto questo? Al ristorante Il Fico, quello vero (sito ufficiale: https://ilfico.com) in Via di Monte Giordano 49. Un luogo in cui la cordialità incontra la professionalità e dove la cura ed il benessere del cliente vengono prima di ogni cosa.
Ma passiamo ora alla tematica principale, i piatti. A fare da punta di diamante troviamo la Santissima Trinità (come viene ironicamente chiamata dallo chef) ovvero: Cacio e Pepe, Amatriciana e Carbonara.
“Tutti li fanno, ma pochi ci riescono nel modo giusto.”
Proseguendo l’elenco ci inoltriamo in una serie di piatti più complessi ma pur sempre dai sapori golosi e mai timidi:
– stinchetto di maialino cotto 36 ore sotto vuoto;
– millefoglie di baccalà mantecato con puntarelle e nero di seppia;
– uovo fritto con mousse di pecorino.
Il Fico, quello vero; lasciatevi abbracciare dalla cordialità delle tipiche tovaglie a quadretti di questo locale, e fatevi stupire dalla raffinatezza dei piatti proposti. Tecnica e materia prima vi danzeranno innanzi agli occhi e nello stomaco per rendere il vostro pasto un’esperienza da ricordare.