Pane e vinili (2)

Pane e vinili (2)

Il valore dei vinili è strettamente legato alla storia della band e agli episodi che ne costellano l’evoluzione. Poi ci sono gli shaped, i picture disc, i bootleg

Continuiamo l’intervista con il musicista e collezionista di vinili Gero Marullo. Le immagini sono copertine di vinili che hanno attinenza con il cibo. Un omaggio di Gero a Cose dell’altro gusto, che apprezziamo.

Cos’è che rende un disco un oggetto da collezionare?

Ci sono varie ragioni per cui un vinile acquista un valore superiore rispetto ad altri. Per usare una definizione da manuale, un disco diventa raro quando una band inizialmente sconosciuta autoproduce un discocon mezzi di fortuna o gli viene prodotto da una piccola casa discografica, ottenendo in entrambi i casi una bassissima tiratura. Nel tempo la band diventa famosa e quei pochi disci diventano l’oggetto del desiderio degli appassionati.

In linea di massima il valore del vinile è strettamente legato alla storia della band e agli aneddoti che la costellano. Il disco è raro, per esempio, se per qualche motivo la copertina è stata censurata ma ne sono rimaste delle copie non ritirate, trafugate. Un esempio è Help dei Beatles, inizialmente stampato con una copertina nella quale i quattro indossavano un camice bianco da macellaio (o da medico) con addosso bambole di plastica con la testa e gli arti staccati misti a finti brandelli di carne. La copertina fu censurata, ritirata e sostituita ma alcune copie rimasero in circolazione e adesso valgono una fortuna. Lo stesso accadde con la copertina di Diamond Dogs di David Bowie. Nell’originale la sua immagine era affiancata da quella di un cane con le zampe anteriori sollevate e la parte inferiore del corpo in mostra. La censura la ritenne offensiva del comune senso del pudore e anche quella fu ritirata.

In alcuni casi era la stessa casa discografica a decidere di stampare pochissime copie per i collezionisti, diverse da quelle rivolte al resto del pubblico. Questo accadde con The Wall dei Pink Floid, uscito con una copertina a sfondo giallo per i collezionisti e bianco per tutti gli altri.

Quindi tutto dipende dalla copertina?

Non sempre. Ci sono dei vinili il cui valore dipende, per esempio, dalla forma come nel caso degli shaped che sono dei picture disc, i picture disc di forma triangolare, trapezioidale, quadrata ecc; poi ci sono i bootleg cioè le registrazioni illegali dei concerti.

Ah, quindi se trovo dei vinili in soffitta è possibile anche che non valgano un quattrino?

Forse si e forse no. Di sicuro bisogna essere molto preparati ed esperienti per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. Quando mi affacciai al collezionismo mi capitò per le mani un disco di Paul Chain che decisi di vendere all’asta, specificando nel dettaglio che la copertina riportava un piccolo scarabocchio. Particolare che solitamente fa perdere valore all’oggetto. Avevo comprato il disco per pochi euro e l’asta si chiuse a 71 euro, non male come guadagno. Se non che la mattina seguente, la persona che mi aveva venduto il disco mi chiamò per dirmi che si era dimenticato di informarmi che quel disco era autografato dal bassista, Paul Dark. Avrei potuto ricavarci almeno tre volte la cifra che guadagnai.

Per uno come te che ha una preparazione enciclopedica, esiste un aneddoto “eletto”?

Esiste, ed è sicuramente il caso degli High Numbers. Questa band, negli anni ’60 autoprodusse 100 copie del loro primo 45 giri. La madre di uno di loro, tale Pete Townshend, come tutte le mamme del mondo, orgogliosa del traguardo del figlio e per contribuire al suo sogno, ne comprò la metà. Nel tempo gli High Numbers diventarono gli Who e quei 50 dischi..beh, immagina cosa vuol dire solo 50 esemplari nel mondo..

Già, capisco..in effetti tra tutti gli aneddoti questo è davvero il più buffo e tenero..ma esiste “il disco più raro del mondo”?

Si, esiste. Si tratta di un vinile del ’69 dei Velvet Underground di cui si sa solamente che ne è rimasta un’unica copia in tutto il globo.

E un dolce? Quale brano sarebbe?

Please please please let me get what I want degli Smiths sarebbe un delicatissimo Bianco Mangiare con granella di pistacchio di Bronte..

Concluderei con un omaggio al grande Nick Hornby, domanda d’obbligo: i cinque dischi da salvare dalla fine del mondo?

Alcuni sono veramente difficili da escludere come SGT Pepper dei Beatles, ma dalla quinta alla prima posizione direi:

Love – Forever Changes

Rolling Stones – Exile on Main Street

Rem – Out of time

Velvet Underground – Andy Warhol

King Crimson – In the court of the crimson king

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