Mario Soldati ricordato da Chiara Soldati

Mario Soldati ricordato da Chiara Soldati

Vignaioli si nasce, tecnicamente lo si diventa, ma l’anima più profonda della terra e del vino non la si può apprendere se non vivendo, da generazioni, il lento susseguirsi delle stagioni della vite e della vita

Vignaioli si nasce, tecnicamente lo si diventa, ma l’anima più profonda della terra e del vino non la si può apprendere se non vivendo, da generazioni, il lento susseguirsi delle stagioni della vite e della vita in una simbiosi che si riscopre e si svela assaggiando i vini che nascono da questa danza che si ripete ogni anno uguale, ma sempre nuova.

Molto è cambiato nel mondo “gaviese” da quando il cugino Mario Soldati nel 1977 veniva a visitare queste colline per scrivere il Suo libro ”Vino al Vino”: la maggior parte delle proprietà di allora sono cambiate di mano svariate volte, tante da far scordare origini ed identità.

Antesignano delle odierne guide enologiche, Mario espresse allora un augurio ed un consiglio, visitando la nostra cantina ed assaggiando il nostro Gavi, che rileggo ancora oggi con molto affetto :

“ L’importante è il vino, e finora non se ne può dire che bene. Ma più importante è l’uomo, l’augurio è che l’intelligenza industriale sia così intelligente da non sopraffare mai il cuore artigianale”.

Quel cuore di cui parlava Mario ha permesso a mio padre di raggiungere mete insperate in quegli anni sia per il Gavi in generale sia per la nostra cantina, ma soprattutto ha permesso a me oggi di essere ancora testimone e artefice di un successo in continua evoluzione.

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