Il Mondo di Banfi

Il Mondo di Banfi

Nel bicchiere l’occhio viene colpito da una brillantissima tonalità dorata, quasi abbagliante per via delle minute e persistenti bollicine. Gli aromi che si presentano al naso sono scandalosamente affascinanti: burro e crosta di pane la fanno da padroni, addolciti da aromi di delicatissimi fiori bianchi mischiati a scorzette di arancia candita e nobili toni fragranti. In bocca si avverte subito una potente sapidità, accompagnata da una vigorosa persistenza dai toni agrumati.

All’ultimo Vinòforum Class, che si è svolto il 2 dicembre presso il museo MAXXI a Roma, ho scoperto uno champagne fantastico, una Cuvée, blend di Pinot Nero e Chardonnay; Champagne Cuvée Joséphine 1999 di Joseph Perrier. Vi starete chiedendo cosa c’entri tutto questo con Castello Banfi, azienda toscana ben nota per il suo fantastico Brunello, non certo per lo Champagne. E’ la stessa identica domanda che mi sono posta io quando, chiedendo più informazioni sulla Cuvée Joséphine, mi sono ritrovata tra mani una brochure che riportava in copertina  il disegno di un mappamondo con scritto Banfi – I Nuovi Orizzonti del Vino. Al suo interno loghi di etichette provenienti da tutto il mondo: Francia, Cile, America del Nord, del Sud e Sicilia. A quel punto sono stata sopraffatta dalla curiosità. Perché Banfi distribuisce vini di altre aziende? Come fanno a sceglierle? Da quant’è che lo fanno? Queste ed altre domande mi hanno portata a fare delle ricerche a proposito.

Castello Banfi, la famosissima e prestigiosa azienda che molti conoscono, nasce nel 1978 grazie a due fratelli italo-americani, proprietari della Banfi Vintners. Una volta preso atto della mia ignoranza riguardo a quest’ultima ho deciso di informarmi meglio, e cosa ho scoperto? Che nel 1919 è stata fondata da Giovanni Mariani, a New York, grazie alla passione per il vino che gli aveva trasmesso la zia, Teodolina Banfi, durante un suo viaggio in Italia. Grazie al suo interesse ed amore per i vini italiani ha aiutato molti americani a capirli, conoscerli ed apprezzarli (non senza difficoltà dato che in quegli anni imperava il proibizionismo in America) . Da quando è stata fondata, l’azienda è sempre appartenuta alla famiglia Banfi, generazione dopo generazione.

Dopo aver appreso queste nozioni ho iniziato a collegare i vari pezzi. I Banfi nascevano quindi come “distributori di vini” (o di sogni, se vogliamo essere più romantici). Ecco spiegato perché, qualche sera fa, mi sono trovata tra le mani uno champagne spettacolare.

Rimaneva però una domanda a cui il sito dell’azienda non mi ha potuto fornire risposta. Come vengono scelte le aziende da commercializzare? A questa domanda ha gentilmente risposto il direttore di “sales & marketing” dell’azienda Castello Banfi, Rodolfo Maralli, il quale mi ha spiegato che alcune aziende vengono ormai trattate storicamente dai Banfi, mentre altre, come la piccola maison Perrier, artefice del capolavoro Cuvée Joséphine, sono state scelte per altre qualità. Quest’ultima in particolare perché è un’azienda familiare, nata nel 1825 ed ancora oggi, generazione dopo generazione, appartenente alla famiglia Perrier. Simpatia nata quindi da una storia simile guidata da un comune denominatore; l’amore per il vino di una grande famiglia unita. Con grande entusiasmo il direttore marketing mi ha anche spiegato come l’avere contatto con tante realtà vinicole diverse abbia ampliato, e stia ampliando, il bagaglio culturale, già impressionante, dell’azienda Banfi. Non si è mai troppo grandi per imparare.

Dopo questa immersione nella storia credo che qualche parola per lo champagne di cui vi ho parlato all’inizio dell’articolo vada spesa. La piccola maison francese creata da Joseph Perrier è situata in Chalons, nello Champagne. La  Cuvée Josephine, in quanto opera d’arte, viene creata solo nelle migliori annate e con vigneti d’eccellenza. Si presenta con una bottiglia decisamente elegante e delicata. Nel bicchiere l’occhio viene colpito da una brillantissima tonalità dorata, quasi abbagliante per via delle minute e persistenti bollicine. Gli aromi che si presentano al naso sono scandalosamente affascinanti: burro e crosta di pane la fanno da padroni, addolciti da aromi di delicatissimi fiori bianchi mischiati a scorzette di arancia candita e nobili toni fragranti. In bocca si avverte subito una potente sapidità, accompagnata da una vigorosa persistenza dai toni agrumati. Durante il Vinòforum ho avuto la fortuna di poter abbinare questa delizia a dei bocconcini di salmone affumicato; una dolce poesia.

Devo dire che, dopo aver degustato questa chicca, sicuramente tornerò a sfogliare la brochure Banfi molto presto. Chi sa quali altri orizzonti mi si potranno dischiudere.

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