
E se fosse vero che si vive meglio nella provincia italiana? Degustibook e il gusto di assaggiare i libri. Dove? A Reggio Emilia
Non c’è luogo letterariamente più declinato in tutti i suoi aspetti, da quello più sano a quello più insano della provincia italiana. Il provincialismo è uno status, una condizione, a volte una malattia, altre una risorsa. Ma quando si fa risorsa, in genere, si tratta di realtà contaminate da esperienze diverse, dove chi ci è tornato, magari dopo averla lasciata per anni, ha fatto appello alla sua inesauribile voglia d’ossigeno per restarci. E così, la provincia diventa anche fucina di creatività, modello sociale, punto d’incontro e di scambio culturale. Reggio Emilia è una provincia ricca, e questo si respira. Ma anche una piccola provincia colta, che possiede una delle librerie d’Italia più belle e fornite mai viste, la Libreria All’Arco in via Emilia Santo Stefano. Gli italiani sono sempre stati un popolo d’immigrati e di questi tempi ciò che stupisce di più è l’immigrazione al contrario, quella del ritorno.
Luisa Reato docente di inglese, ha vissuto per anni a Chicago, seguendo il marito nel suo peregrinare carrieristico. Quando è ritornata in Emilia Romagna, si è portata dietro anche le sue abitudini americane, trapiantandole in un contesto sociale dall’humus fertile, come la sua terra, terra di Sangiovese, uno dei vitigni più sperimentali in fatto di vino. Luisa inventa Degustibook, un’associazione esclusivamente di donne, che una volta al mese s’incontrano a casa di una di loro e dopo una bella e luculliana cena, preparata da ciascuna di loro, fatta di piatti prelibati, vini pregiati, e sfiziosità da gourmet, da far venire invidia al più raffinato catering di buffet, si finisce a chiacchierare dell’ultimo libro letto.
Scandagliando autore e opera letteraria con la stessa curiosità di donne, che ne verrebbe fuori se ci si mettesse a raccontare l’ultima e folgorante liaisons vissuta. E una volta tanto la recensione diventa anche confronto con l’autore del libro prescelto, che viene invitato in questo gineceo culturale, a raccontarsi e a raccontare il suo libro. Mi ci sono trovata per caso, tornando da Palermo, in una di queste prime serate autunnali dal freddo pungente, che fa venire già voglia di cose calde, di profumi d’autunno, di caldarroste e vino rosso.
Ospite della serata Giuseppina Torregrossa e il suo Il conto delle minne. Da questo universo femminile è emerso un mondo ricco di fermento, fatto di donne giovani e meno giovani, impegnate, curiose, imprenditrici, singole professioniste, creative e multi task più di un’ipad. E lì, fra le tante e interessanti storie di giovani e volitive lavoratrici, apparentemente per nulla spaventate dall’incombente crisi economica di transito, mi sono persa in chiacchere con una giovane produttrice di lambrusco, ritornata dopo 10 anni di vita in America in terra natia, dove ha deciso di sfruttare le proprietà di famiglia e cominciare a produrre vino.
In maniera semplice, senza grosse velleità, ma partendo dalla vocazione del torroir, e da un concept aziendale estremamente raffinato, creando così dal nulla la Lusvardi Wine. Non so se il filo rosso delle buone idee che diventano interessanti e produttive realtà, nasca prima dalla cultura o dal mangiare bene, davanti a un buon bicchiere di vino può nascere una buona idea, una interessante conversazione, un fertile confronto o anche un progetto di vita. Se poi ci metti la cultura di mezzo, il rischio è che all’idea crescano le gambe.
volevo ringraziare pubblicamente il sito e manuela caserta per il simpaticissimo articolo su di noi, DEGUSTIBOOK .
ci ha fatto molto piacere avere con noi una intenditrice di buone cose da mangiare e buoni libri da leggere..
il vs sito e’ curioso, intrigante….sicuramente da oggi ci faremo un giro spesso………..
un grazie ancora….
luisa reato
DEGUSTIBOOK
Luisa grazie a tutte voi per la sontuosa ospitalità.
Brava Luisa e brave le “ragazze”!!! un format che dovrebbe esistere anche nelle grandi città tipo milano, dove manca questo tipo di cultura.