Cosa ci fa un bufalo tra le vigne?

Cosa ci fa un bufalo tra le vigne?

 

“Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me”. Una delle ultime bottiglie di vino da me comprate (Pian di Stio 2012 dell’azienda agricola San Salvatore) recava questa scritta.

 

foto 2Perché l’ho comprata? Per un motivo molto professionale: mi piaceva la forma della bottiglia. Quando l’ho vista ho pensato che forse un formato così insolito  per una bottiglia di vino (500 ml) non solo poteva nascondere al suo interno un vino altrettanto insolito, ma mi avrebbe anche fatto sentire meno in colpa se l’avessi finita.

Prima di aprirla non mi sono informata più di tanto sul produttore, sui metodi di lavorazione etc etc. Sapevo solo che conteneva fiano al 100%, che la bufala disegnata in etichetta mi faceva simpatia e che siccome avevo comprato due saraghi volevo aprire un vino bianco nuovo.foto 3

Appena il mio naso ha captato le prime molecole odorose che fuoriuscivano dal bicchiere ho realizzato che mi stava aspettando una bella sorpresa. Il suo vivo colore giallo paglierino mi ha ipnotizzata subito, ed altrettanto hanno fatto i suoi refrigeranti aromi. Ad introdurre il primaverile concerto di fragranze è stata la mimosa, seguitavano danzanti ginestra, camomilla e fieno. Si son poi librate nell’aria freschissime note agrumate, iodate e minerali, che mi hanno rapito la mente conducendola in mediterranee isole selvatiche. In bocca si è presentato vivace, sapidità e freschezza hanno introdotto un’armoniosa rotondità giunta solo qualche attimo dopo il primo sorso.

Una volta rimasta rapita da questa piccola bottiglia ho deciso di informarmi meglio sulla sua provenienza e nascita. Giunge dalla Campania, per la precisione dal parco nazionale del Cilento. A crearlo è l’azienda agricola San Salvatore, il cui fondatore è Giuseppe Pagano. Appassionato di vino, bufale e agricoltura biologica (quella vera), è riuscito a creare in poco tempo una serie di vini capaci di raccontare in pochi sorsi tutta la storia di una regione piena di meraviglie.

Sedici ettari coltivati da mani che se ne prendono meticolosamente cura senza mai violarli. Tutto viene fatto in casa, compresi i concimi usati per i vigneti, provenienti direttamente dalle lettiere delle loro bufale, alimentate solo con i prodotti dell’azienda. Più bio di così?! Il prossimo vino che ho intenzione di cercare è il loro Cecerale senza solfiti aggiunti, e lo abbinerò di certo ad una succosa mozzarella di bufala invece che a del pesce.

Ogni volta che scopro un’azienda nuova e piena di fascino come quella di San Salvatore mi rammarico di non avere più tempo per potermi girare l’Italia alla scoperta di queste piccole realtà che rendono grande il nostro paese.

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