Quando kook sta per cucina e sharing per condivisione

Quando kook sta per cucina e sharing per condivisione

Kook-Sharing, l’ultima vera novità in fatto di food-community è condividere non solo le ricette ma anche la cucina

Per capire come e quanto la passione per la cucina, ultimamente viaggi alla stessa velocità di un’epidemia, basta considerare la quantità di format Tv dedicati alla stessa, che passano sulle nostre reti nazionali e internazionali. Il mestiere dello chef è oggi uno tra i mestieri più ambiti, questione di odori, gusto, manualità e creatività che diventano semplicemente arte.

E l’arte in cucina non si nega a nessuno, o meglio, l’arte in cucina nasce proprio sperimentando, e poco importa che le prime cavie a fare da degustatori siano i propri amici e familiari, il piacere sta tutto lì: nel fare. E allora ecco, che se hai voglia d’invitare amici a cena, ma hai una casa troppo piccola per ospitarli tutti, e la tua cucina non assomiglia affatto a quella di Master Chef, l’ultima tendenza, nell’era delle food-community, dove tutto si condivide, si chiama kook-sharing.

L’idea è sicuramente innovativa, e i primi a portarla in Italia, sono stati Valeria Baggia eClaudio Garosci, che hanno vinto un bando di concorso promosso da Assolombarda per giovani imprese. È un po’ come andare al ristorante a cucinare, ma senza camerieri e senza chef, in uno spazio confortevole, dotato di servizi e intimo come una casa. In tempi di crisi e di show-cooking, potrebbe rivelarsi un modo ottimale per socializzare senza depauperarsi, portando in scena la propria performance da chef. Dopotutto, parafrasando Warhol “ognuno ha il diritto di avere i suoi 15 minuti di celebrità”, e perché no, anche di più.

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